L'esercito e le guerre dell'Impero Romano d'Oriente

L'esercito e le guerre dell'Impero Romano d'Oriente

Por Daniel Fränkel, Giacomo Carrus

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Sinopsis

Nella filosofia orientale è diffuso lideale metaforico dellessere come lacqua. Per aver successo, in una strada densa di imprevisti, è necessario comportarsi come farebbe un ruscello. Vale a dire che, di fronte ad ostacoli e barriere, è bene cercare la propria strada adattandosi al terreno che ci si trova davanti, evitando i punti forti dellostruzione, aggirandoli e intaccando i punti deboli. Non ostinarsi nel procedere a testa bassa ma fluire in maniera elastica giungendo allobiettivo in modo da ottenere il massimo risultato col minimo sforzo. Una bella figura che richiama un deciso pragmatismo. E lungo il corso del Medioevo, ad est, ci fu una grande potenza che, più o meno consciamente e coerentemente, scelse la strada del pragmatismo per far fronte a pericoli che ne minavano la stessa sopravvivenza: lImpero Bizantino. La deposizione dellultimo imperatore romano doccidente Romolo Augusto da parte del generale barbaro Odoacre, avvenuta nel 476 d.C., segna canonicamente la caduta dellImpero dOccidente e la fine della Storia Antica che cedette il passo al Medioevo. Ma se Roma cadde, così non fu per la pars Orientis dellImpero Romano. Nata in quanto entità politica autonoma nel 395 d.C. in seguito alla divisione dellImpero attuata da Teodosio I, la sua fu una lunga esistenza che attraversò lintero Medioevo fino alla caduta di Costantinopoli per mano degli ottomani nel 1453. LImpero Bizantino nella Storia Medievale del Mediterraneo ha avuto un ruolo da protagonista, mantenuto anche grazie alla capacità di adattare la propria politica al procedere degli eventi. Fu questa una capacità che si dispiegò in particolare nellambito dei rapporti diplomatici, decisivi vista la posizione geografica dellImpero, crocevia di continenti, popoli e culture. In questa stessa posizione geografica, quanto mai infelice rispetto alla controparte occidentale, diviso su tre continenti (Europa, Africa e Asia), con poche frontiere naturali e un territorio caratterizzato in generale da scarsa profondità strategica, lImpero seppe resistere a lungo, anche in momenti critici di totale isolamento e pressione nemica sulle frontiere, perché seppe rivedere la sua strategia rispetto al modus operandi prevalentemente seguito dallImpero Romano in età antica. Facendo meno affidamento sulle forze militari, pur sempre efficienti ma utilizzate più come un elemento di deterrenza, operando diverse forme di persuasione per gestire le crisi politiche e militari che via via si presentarono, adottando un ottimo meccanismo di raccolta delle informazioni sulle potenze concorrenti (ottimo per lo meno rispetto al periodo storico di riferimento, di certo approssimativo se paragonato alla cosiddetta intelligence dei nostri tempi), lImpero mostrò una tenuta eccezionale anche di fronte a sconfitte militari apparentemente decisive, tenuta possibile solo grazie alla strategia di lungo respiro perseguita lungo lintero corso della sua secolare storia. In questo libro si esamineranno gli aspetti salienti dellazione politica e militare bizantina nei confronti di popoli e potenze straniere. Nella prima parte si descriveranno linsorgere delle principali minacce esterne che misero in serio pericolo la stessa sopravvivenza dellImpero, nonché, in generale, lazione politico-diplomatica diretta verso il contenimento di tali minacce. Nella seconda parte si prenderanno in considerazione alcuni casi specifici particolarmente significativi rispetto ai rapporti diplomatici di Bisanzio con i suoi vicini, in particolare la creazione del cosiddetto Commonwealth Bizantino e il complesso rapporto con Venezia.  

Giacomo Carrus

  • Editorial:
  • Publisher s20109
  • ISBN:
  • 9788829599813
  • Idioma:
  • Italiano
  • Tamaño:
  • Kb
  • Publicado:
  • Diciembre 30, 2018
  • Protección:
  • Watermark