Ad ultimos usque terrarum terminus in fide propaganda

Ad ultimos usque terrarum terminus in fide propaganda

Por Donatella Strangio, Gaetano Sabatini, Massimiliano Ghilardi, Matteo Sanfilippo

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Sinopsis

La Roma dell ’epoca moderna fu una realt à istituzionale, topografica, architettonica e culturale in sé creatrice e propagatrice: communis patria dei cristiani a fronte delle frammentazioni nazionali, linguistiche e etniche, delle specificit à dei diversi ordini religiosi e dei plurimi retaggi storici che sempre pi ù contraddistinguevano le aree di diffusione della religione cattolica. Le strutture di accoglienza dei pellegrini, gli organismi internazionali in cui venivano parlati numerosi idiomi, i collegi, le accademie e le confraternite plurilinguistiche, stimolate dalla politica delle indulgenze e delle conversioni, fecero progressivamente assumere a Roma, tra Quattro e Seicento, una centralit à che costitu ì il prerequisito simbolico indispensabile alla "giurisdizione sul mondo " incarnata dall ’opera di Propaganda Fide. In conseguenza di questo processo, nel corso del Cinquecento Roma mut ò stabilmente la sua struttura e la sua fisionomia: dall ’epoca di Giulio II a quella di Sisto V e Clemente VIII, l ’aggregato di eredit à medioevale, per diversi aspetti caotico, si trasform ò in un moderno tessuto urbano, che sarebbe durato, sebbene demograficamente depauperato, fino alla citt à primo-ottocentesca.

Matteo Sanfilippo